Il signore delle mosche di William Golding

Il signore delle mosche di William Golding

Un classico, un libro da consigliare non solo ai ragazzi, ma ai lettori di ogni età, capace di far riflettere sul carattere e la condizione dell'essere umano.

Offre un interessante spaccato di come la natura umana si esprima rivelando la sua parte istintiva, se posta in una situazione diversa dal solito. Quindi direi, purtroppo, che si presta anche ad una contestualizzazione in questo particolare periodo che stiamo vivendo. In una situazione estrema, in mancanza di un insieme di regole condiviso, la natura umana, lasciata completamente libera di esprimersi, porta alla luce i suoi aspetti più selvaggi e repressi. Senza l’uso della ragione, che non è per nulla naturale, ma il prodotto di un’educazione, si rischierebbe facilmente che le relazioni umane cadano nelle spire autodistruttive della violenza e della prevaricazione.

Il signore delle mosche costituisce l’emblema della concezione pessimistica della natura umana, considerata da Golding intrinsecamente malvagia, così come riassunto nelle parole di una sua massima “L’uomo produce il male come le api producono il miele”.  Ma al di là della condivisione del pensiero dell’autore, il romanzo fa riflettere sulle dinamiche sociali, soprattutto sulla loro fragilità di fronte alla miseria, alla costruzione della leadership e alla spartizione del potere, che sembra trovare suo punto d’origine nella paura per entrambi i leader, quella razionale di rimanere per sempre sull’isola di Ralph e quella irrazionale della Bestia, che Jack utilizza per manipolare i suoi uomini.

Che idea pensare che la bestia fosse qualcosa che si potesse cacciare e uccidere!" disse la testa di maiale. Per un po' la foresta e tutti gli altri posti che si potevano appena vedere risuonarono della parodia di una risata. "Lo sapevi, no? ...che io sono una parte di te? Vieni vicino, vicino, vicino!"

 

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