Dolce per sé di Dacia Maraini

Dolce per sé di Dacia Maraini.

Un romanzo che, attraverso le lettere che la protagonista invia ad una bambina, parla d’amore, di viaggi, concerti, rapporti familiari. Ti trasporta con delicatezza sul filo della memoria con aneddoti, analisi di brani musicali, personaggi che ogni volta mettono in evidenza un fatto particolare o una caratteristica personale e così, calandosi nella profondità dell’animo umano, portano alla luce verità che ogni giorno, senza accorgercene, ci ritroviamo sotto gli occhi, 

La descrizione delle signore con il cappellino, la spiegazione della “perversità” delle fotografie, alcuni dei passi che mi hanno colpito.  

Il cappello dà ad una testa di donna un tocco di teatralità e di allegria, come se fosse in procinto di volarsene dalla finestra, appesa ad un ombrello, alla Mary Poppins. Molti insinuano che sotto quei cappelli ci sia ben poco da apprezzare: una faccia avvizzita, un cervello stanco e polveroso. E invece qualche volta si hanno delle curiose sorprese: quelle teste che si scoprono pudicamente, conservano una voglia di capire e intendere che piacerebbe al mio professore di liceo, Giuseppe Ghera. Una capacità di riflettere e considerare che non è per niente da disprezzare. E nel loro andare ai concerti, leggere romanzi, scrivere lettere, ammucchiarsi alle conferenze le signore col cappellino dimostrano una inquietudine vitalissima.  

Ma ecco un’altra fotografia. Hanno qualcosa di menzognero e di perverso le fotografie: sono così fedeli a se stesse da risultare alla fine quasi indecenti. Fermano il tempo e ti vogliono convincere che sei una che non c’è più e che quella è altrettanto importante di questa. Cosa non vera perché il tempo patrigno ha fatto piazza pulita di te com’eri e ora sei un’altra persona e se ripensi a quella che eri ti viene da piangere perché allora non conoscevi la te stessa di ora e ti chiedi: ma chi ti ha conciata così?

 Per abbandonarsi con dolcezza e tenerezza ai ricordi e ai diversi sentimenti della vita.

 Il titolo è tratto da Le Ricordanze di Giacomo Leopardi   Dolce per sé; ma con dolor sottentra il pensier del presente, un van desio del passato… 

 

 

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